Par Scarlettlips123 169 vues 11th May 2024
Non appena scese dall'aereo, sentì il calore nell'aria. Il suo abito aderiva alla schiena e il sudore le colava lungo le gambe. Sentiva un fremito di eccitazione muoversi nel profondo. Il suo telefono squillava, era lui di nuovo. Lei alzò gli occhi al cielo, a volte era così appiccicoso. Rispose al telefono e poi gli riattaccò in faccia. Rise tra sé e sé mentre saliva sull'Uber.
Rimase senza fiato quando scorse il Mare Tirreno, l'autista dell'Uber annuì approvando attraverso lo specchietto,
"Bellissimo" fece una pausa "Proprio come te."
Notò che lui la guardava di tanto in tanto per il resto del viaggio, con una fame negli occhi. A lei piaceva quell'attenzione. Abba**ò i finestrini e le disse di respirare a pieni polmoni, mentre lo faceva, a**aporò l'aria salata e il profumo degli agrumeti. Che posto inebriante, pensò.
La strada, fiancheggiata da antiche mura in pietra e vivaci fiori selvatici, serpeggiava attraverso le colline terrazzate. Oliveti e vigneti si aggrappavano ai ripidi pendii, così come incantevoli case dai colori pastello. Il suo telefono vibrò di nuovo, era suo marito.
"Per favore fammi sapere che sei atterrata in sicurezza, ti prego :("
"Sì. Lo sono." Rispose lei, con le unghie rosse che clicchettavano sulla tastiera.
Pensò per un secondo e gli mandò un altro messaggio.
"Otterrai ciò che vuoi. Non preoccuparti."
--
La villa era stupenda. Lui era utile per certe cose pensò, aveva scelto bene. L'autista del taxi insistette nel portare su per le scale ripide i suoi bagagli, camminando dietro di lei, continuando a lanciarle occhiate prolungate. Lei lo ringraziò e gli diede la mancia, poi aprì la porta di casa. I pavimenti in marmo erano freschi, ogni stanza era illuminata dalla luce naturale con viste dell'acqua azzurra sottostante.
Si concesse un lungo bagno, godendo della vista. Il vapore saliva nell'aria, avvolgendola in una nebbia eterea. Inarcò la schiena nella vasca e si immerse, contemplando l'idea di toccarsi. No, pensò, sarà tutto più dolce.
Uscita dal bagno, ma**aggiò olio per il corpo su tutto sé stessa iniziando dai piedi, rendendoli ancora più morbidi ed elastici, ammirando le sue unghie perfettamente curate. Si dedicò al resto del corpo, ma**aggiando l'olio nelle sue cosce snelle e toniche, prestando particolare attenzione ai suoi glutei morbidi e voluttuosi, sospirò un poco mentre lo faceva, questa era una cosa per cui suo marito era bravo. Poteva essere un processo lungo. Tutto il corpo ora idratato indossò un abito, un abito maxi senza spalline che abbracciava ogni curva, conferendole un perfetto profilo a clessidra. Aggiunse un nebbiolina per il corpo che faceva risplendere il suo décolleté. Si prese il suo tempo con il trucco, la sua pelle sembrava illuminata dall'interno. Sciolti i capelli castani dallo scrunchie, li lasciò cadere liberi lungo la schiena. Disegnò un seducente occhio di gatto alla Cleopatra e contornò le labbra di rosso cremisi, con un rossetto rosso ciliegia. Si infilò un paio di tacchi rossi e lasciò la villa, nell'ansiosa attesa della notte.
Arrivò al bar, era affollato e pieno di gente del posto. Il suo italiano era limitato, ma tutti erano molto accoglienti. Ordinò una bottiglia di vino, e il barista le raccontò un po' dei vini rossi della regione. Era un ragazzo all'inizio dei vent'anni, un po' più giovane di lei, arrossiva ogni volta che la guardava. Che patetico, rifletteva lei.
"Questo è un vino s**y" Cominciò, arrossendo ancora di più.
"Scusa?" Chiese lei, osservandolo contorcersi.
"Significa che ha, come dire, una risposta emozionale, è vellutato e liscio, opulento. Vuoi a**aggiare?"
"Sì," disse lei semplicemente, fissandolo negli occhi.
"L'a**aporò tenendolo un po' in bocca, gustando le note, era dolce e vellutato come lui aveva descritto.
"Sì, grazie. Prenderò una bottiglia."
"Sissignora" rispose lui ubbidientemente.
Bevve alcuni bicchieri di vino, godendosi il sole del pomeriggio. Il bar si animava sempre di più, e lei poteva dire di attirare attenzione. Lo sfigato le stava mandando di nuovo messaggi, lei lo premierò brevemente con una foto di lei sc*ttata nello specchio del bagno, mostrando il suo abito in tutto il suo splendore, e facendogli il dito medio. Osservò attentamente tutti quelli che entravano ed uscivano, dopotutto l'osservazione della gente era uno dei suoi pa**atempi preferiti. Uscì per fumare una sigaretta, imprecando quando si rese conto che non aveva accendino. Mentre rovistava nella borsa, si rese conto che una mano le era tesa verso di lei. Lui aveva in mano un accendino. Alzò lo sguardo e sorrise. Com'era bello. Aveva i capelli spettinati e occhi castani scuri, terrosi.
"Piacere di conoscerti," disse lui.
"Piacere mio" rispose lei con un miagolio.
"Sono Francesco" sorrise lui.
"Cleo" rispose lei, tendendo la mano. Lui la baciò e le mandò delle scariche elettriche attraverso il corpo, che italiano pensò.
"Vuoi venire a sederti al mio tavolo?" Lei chiese.
"Sì, per favore," disse lei.
--
Scoprì che Francesco era uno scultore e ne parlò con tantissima pa**ione. Parlò di quanto ama**e fare cose con le sue mani, e dell'arte in Italia, fece molte raccomandazioni di luoghi da visitare e posti in cui l'avrebbe portata. Lei osservò le sue mani, sembravano forti e delicate allo stesso tempo. Parlarono e risero per ore, bevendo numerose bottiglie di vino. Manteneva quel sapore vellutato e s**y. La tirò sulle sue gambe al bar, poteva sentire le sue gambe forti e il suo cazzo duro. Si muoveva leggermente su di esso senza attirare l'attenzione degli altri al bar. A fatica si conteneva.
Uscirono a fumare, e lui la baciava, sulle labbra e giù per il collo. Onde di shock elettrico la percorrevano, lo desiderava. Si sentì come se non avesse mai desiderato qualcosa di più nella sua vita.
Lo portò con sé alla villa, lui l'aveva portata sulla schiena per il ripido pendio mentre lei teneva le scarpe. Era forte come un toro. Lo voleva così tanto.
Si alzò in piedi mentre lei si inginocchiò sulla cucina open-space. Lei emise un respiro udibile quando vide il suo cazzo. Era grosso e maestoso.
"Oh mio dio" disse ad alta voce "È perfetto."
Sentì l'umidità nelle sue mutandine. Voleva a**aporarlo tanto. Lo infilò in bocca, e lui le premette la testa giù con forza. Aveva un sapore così dolce e pulito. Respirò pesantemente attraverso il naso mentre sentiva il suo cazzo profondo in gola, tornò su per un secondo, sputacchiando e lui rise, spingendole la testa ancora più giù e spingendo dentro la sua gola. Le accarezzò i capelli mentre faceva ciò.
"Oh, brava ragazza" Mormorarono entrambi in unione mentre lei gemeva sul suo cazzo, sapeva che lui sentiva la vibrazione. Era così DURISSIMO.
Tolse la mano dalla parte posteriore della sua testa e lei prese il controllo, spingendolo il più forte possibile in fondo alla sua gola, mantenendo un ritmo, ascoltandolo ridere di piacere, era così duro ora, sapeva che stava per venire. All'improvviso la afferrò per i capelli e la tirò su, così poteva guardare in su verso il suo cazzo perfetto. In un secondo venne, coprendole il viso e i capelli di sperma cremoso. Lei emise un gemito e tossì mentre gli occhi le lacrimavano e la gola le bruciava, si sentiva rivitalizzata. Desiderava che lui fosse dentro di lei. Si ritrovò a implorarlo di scoparla, ma lui semplicemente scosse la testa mentre si allacciava i jeans.
"Ci vediamo domani, alle 19. Sii pronta." Sorrise e mentre se ne andava, salutò con affabilità la telecamera che lei aveva installato.
Lui se ne andò e lei rimase senza parole.
Come aveva fatto a sapere? Lei poteva vedere la luce rossa della telecamera lampeggiare sopra di lei.
"Ti è piaciuto allora eh? " Sfotté, rivolta alla telecamera, lui rabbrividì, era come se potesse vederlo. Nel bagno dell'ufficio, monotono e grigio. Cellulare in mano, auricolari inseriti, sudato e tremante in una cabina. Non si era mai sent*to così patetico e inutile. Fissava i suoi occhi crudeli mentre veniva, tutto sui pantaloni.
"Oh CAZZO" disse ad alta voce.
E Dio solo sa cosa Francesco avrebbe fatto a lei domani alle 19.
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